martes, 28 de octubre de 2014

Amenaza de excomunión?

Agregamos un episodio más a la lista de atropellos cometida por quienes detentan el poder en la Iglesia.
La asombrosa nota de advertencia (amenaza?) del obispo de Albano Laziale hacia quienes frecuentan y reciben los sacramentos en el priorato de la FSSPX da a entender que el único blanco sobre el cual disparar en esta mal llamada "iglesia de la misericordia" es la Tradición!
Por un lado, la mano tendida a la FSSPX como durante el reciente encuentro del card. Mueller con mons. Fellay; por otro, la puñalada en la espalda de este obispo que, quizá, vea amenazada su diócesis de escasez de fieles porque éstos se dan cuenta de que algo no está bien en la Iglesia y, en cambio, desean recibir la doctrina católica de fuentes seguras acudiendo al priorato? Vaya uno a saber!

Miserere


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martedì 28 ottobre 2014

COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI E SCOMUNICA AI CATTOLICI TRADIZIONALI

E’ di pochi giorni fa la Notificazione ai Parroci sulla “Fraternità S. Pio X” del Vescovo di Albano Mons. Marcello Semeraro che in fondo pagina potrete leggere.


Mi sembra invece assolutamente fuori luogo, parlare di rottura della comunione con la Chiesa cattolica, come ritiene Mons. Semeraro, citando una vecchissima Nota pastorale di un suo Predecessore, il Vescovo Dante Bernini, per quanto questi sia stato un degnissimo vescovo.

Arrivare poi addirittura a diffidare i fedeli dal richiedere e ricevere i Sacramenti nella Fraternità S. Pio X, ammonendoli che altrimenti si metterebbero fuori della comunione con la Chiesa cattolica, lascia stupefatti e si potrebbe ipotizzare per il Vescovo uno sconfinamento dall’ambito di esercizio della sua potestà.

La Fraternità S. Pio X non è stata mai scomunicata e mai sono state dichiarate invalide né le ordinazioni sacerdotali, né quelle episcopali, né le celebrazioni eucaristiche, né l’amministrazione dei Sacramenti. Sono stati scomunicati soltanto Mons. M. Lefebvre, per le illecite consacrazioni episcopali, e i vescovi da lui consacrati. Tali scomuniche sono state poi revocate da Benedetto XVI. 
Ora se scomunicare significa estromettere dalla comunione, per conseguenza logica revocare la scomunica significa riammettere nella comunione. 
Se a ciò poi si aggiunge che la S. Sede riconosce come veri vescovi quelli consacrati (illegittimamente, ma validamente) da Mons. Lefebvre, si capisce fin troppo chiaramente come sia del tutto contraddittorio e inammissibile considerare, come sancisce Mons. Semeraro, che siano fuori della comunione della Chiesa cattolica coloro che vanno a Messa o ricevono i sacramenti nella Fraternità S. Pio X.

Essere fuori della comunione significa essere scomunicati; ma se scomunicata non è laFraternità S. Pio X, non lo sono nemmeno i fedeli che la frequentano. Si tratta soltanto di illegittimità e di irregolarità. In altre parole è solo questione di disciplina. 
Ma quanta indisciplina c’è stata e c’è ancora nella Chiesa, nonostante i severi richiami dall’Alto, da parte di tanti preti, che manomettono la Liturgia a loro piacimento, fino ad atti che rasentano la profanazione, senza mai che i Vescovi intervengano? 

D’altra parte considerare come un delitto degno di scomunica il rimanere nella dottrina, nella liturgia e nella tradizione della Chiesa così come questa era ed è stata per secoli, significherebbe ripudiare la Chiesa come è sempre stata, e questo sì che sarebbe un fatto gravissimo gravido di pericoli di scisma. 

Lo dice chiaramente anche Benedetto XVI nella lettera ai vescovi che potrete leggere in fondo con la quale accompagna il suo Motu proprio Summorum Pontificum: «Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può improvvisamente essere proibito o, addirittura, giudicato dannoso». 
Mons. Semeraro nel proibire, e con ciò giudicando dannosa la frequentazione sacramentale nella Fraternità S. Pio X, al punto da considerare scomunicati coloro che in essa ricevono i sacramenti e assistono alla S. Messa celebrata secondo il venerando e secolare rito tridentino, mette in non cale, se non addirittura contesta le succitate parole di Benedetto XVI, per quanto ciò possa essere al di là delle sue intenzioni.

Io ho sempre avuto un debole per la Liturgia così come veniva celebrata prima della riforma scaturita dal Conc. Vat. II, perciò ho esultato di gioia per la decisione di Benedetto XVI di concedere ad ogni sacerdote la facoltà di celebrare la Santa Messa con il messale di S. Pio V, tant’è che ogni volta che posso, ben volentieri e con gran profitto spirituale, mi avvalgo della celebrazione con tale messale. Per cui, se io avessi desiderio di partecipare a qualche Vespro solenne (o anche a una solenne Messa) celebrato in latino e canto gregoriano nell’antica ritualità, e quindi io mi recassi nella chiesa della Fraternità S. Pio X secondo Mons. Semeraro io sarei fuori della comunione con la Chiesa cattolica?! 
Assurdo! 
Significherebbe che con una santissima celebrazione io mi metterei fuori della comunione dei Santi! 
Rottura della comunione con la Chiesa cattolica per aver partecipato a una Santa Messa! Rottura della comunione con la Chiesa cattolica per aver partecipato a un Vespro solenne! Rottura della comunione con la Chiesa cattolica per aver pregato insieme a dei fratelli, che sono solo in situazione canonicamente irregolare! 

Ma la preghiera non è il primo passo da fare in campo ecumenico? Abbracci e baci con i non cattolici, ma diffida per quelli che vogliono pregare insieme a dei fratelli cattolici, che sono soltanto (se si vuole) non canonicamente inquadrati 

Tutto il rispetto e l’obbedienza al Vescovo, e anche la comprensione per le sue sollecitudini pastorali, ma non mi sembra che rientri nell’ambito della sua potestà il proibire di pregare insieme ad altri fratelli cattolici (anzi cattolicissimi), tanto più in considerazione del fatto che il pregare insieme è il primo passo da fare in campo ecumenico. 

Se il Papa, abbracciando e baciando Ebrei (che rifiutano il Cristo), mussulmani (che non credono alla divinità di Cristo e si propongono di eliminare gli “infedeli” e condannare a morte chi si converte al cristianesimo), ortodossi (che non riconoscono il primato giurisdizionale del Papa) e protestanti (che non credono alla verginità di Maria e rifiutano alcuni sacramenti), ci vuole invitare a rapporti fraterni con costoro, esortando anche a pregare insieme, senza dimenticare che lui si è persino inchinato per ricevere la benedizione dal Primate anglicano, la cui ordinazione sacerdotale ed episcopale è invalida, e quindi è un laico, come si potrebbero per coerenza ripudiare dei cattolici, che sono soltanto non canonicamente inquadrati, per la loro ferma volontà di rimanere legati alla Chiesa come è stata per secoli fino al Concilio Vat. II? 

Di che cosa vengono accusati gli aderenti alla Fraternità S. Pio X, per doverli tenere a distanza e nemmeno pregare con loro? 
Di essere rimasti fermi alla Chiesa preconciliare? 
O grave delitto nel quale i cattolici hanno perseverato per secoli! 
Abbracci e baci agli eretici, ma alla larga da costoro! 
Con buona pace della conciliare Unitatis redintegratio!

C’è bisogno di aggiungere altro?

Diocesi suburbicaria di Albano

NOTIFICAZIONE AI PARROCI SULLA “FRATERNITA’ SAN PIO X”


Nelle ultime settimane sono pervenute alla Curia Diocesana richieste di chiarimento circa la celebrazione dei Sacramenti presso la «Fraternità San Pio X» di Albano Laziale.

Al riguardo si ritiene doveroso precisare che la suddetta “Fraternità” non è una istituzione (né parrocchia, né associazione) della Chiesa Cattolica.

Ciò vale anche successivamente al decreto della Congregazione dei Vescovi del 21 gennaio 2009 con cui il Santo Padre Benedetto XVI, andando benignamente incontro a reiterate richieste da parte del Superiore Generale della Fraternità San Pio X, revocava la scomunica nella quale fin dal 30 giugno 1988 erano incorsi quattro Presuli della stessa Fraternità.

Ciò è stato sottolineato da Benedetto XVI con la sua Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica del 10 marzo 2009: «la Fraternità non ha alcuno stato canonico nella Chiesa e i suoi ministri – anche se sono stati liberati dalla punizione ecclesiastica – non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa» (in AAS CI [2009], n. 4, p. 272). Lo stesso Benedetto XVI, nella successiva Lettera m.p. Ecclesiae Unitatem del 2 luglio 2009 ha ribadito: «la remissione della scomunica è stata un provvedimento nell’ambito della disciplina ecclesiastica per liberare le persone dal peso di coscienza rappresentato dalla censura ecclesiastica più grave. Ma le questioni dottrinali, ovviamente rimangono e, finché non saranno chiarite, la Fraternità non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero» (in AAS CI [2009], p.710-711).

A seguito di quanto sopra, è doveroso ribadire quanto già formulato nella Nota Pastorale sulla Fraternità San Pio X del Vescovo Dante Bernini, dove si legge:

I fedeli cattolici non possono partecipare alla Messa, né richiedere o/e ricevere sacramenti dalla o nella Fraternità. Agire diversamente significherebbe rompere la comunione con la Chiesa cattolica.

Pertanto qualunque fedele cattolico che richiede e riceve Sacramenti nella Fraternità San Pio X si porrà di fatto nella condizione di non essere in comunione con la Chiesa Cattolica. Una riammissione nella Chiesa Cattolica dovrà essere preceduta da un adeguato percorso personale di riconciliazione, secondo la disciplina ecclesiastica stabilita dal Vescovo.

Spiace sinceramente che talune opzioni, specialmente se riferite all’Iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, siano in contrasto con gli orientamenti pastorali della Chiesa italiana e con le scelte conseguenti della Diocesi di Albano, dove sono privilegiati percorsi formativi per la crescita e la maturazione della vita di fede.

Ai Parroci il compito di dare adeguata informazione ai fedeli.

Dalla Curia di Albano, 14 ottobre 2014, Prot. 235/14.


Marcello Semeraro, vescovo



Lettera del Santo Padre 
Benedetto XVI 
ai vescovi di tutto il mondo 
per presentare 
il Motu Proprio “ Summorum Pontificum cura” 
sull'uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970

Cari Fratelli nell’Episcopato,

con grande fiducia e speranza metto nelle vostre mani di Pastori il testo di una nuova Lettera Apostolica "Motu Proprio data" sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970. Il documento è frutto di lunghe riflessioni, di molteplici consultazioni e di preghiera.

Notizie e giudizi fatti senza sufficiente informazione hanno creato non poca confusione. Ci sono reazioni molto divergenti tra loro che vanno da un’accettazione gioiosa ad un’opposizione dura, per un progetto il cui contenuto in realtà non era conosciuto.

A questo documento si opponevano più direttamente due timori, che vorrei affrontare un po’ più da vicino in questa lettera.

In primo luogo, c’è il timore che qui venga intaccata l’Autorità del Concilio Vaticano II e che una delle sue decisioni essenziali ? la riforma liturgica ? venga messa in dubbio. Tale timore è infondato. Al riguardo bisogna innanzitutto dire che il Messale, pubblicato da Paolo VI e poi riedito in due ulteriori edizioni da Giovanni Paolo II, ovviamente è e rimane la forma normale ? la forma ordinaria ? della Liturgia Eucaristica. L’ultima stesura del Missale Romanum, anteriore al Concilio, che è stata pubblicata con l’autorità di Papa Giovanni XXIII nel 1962 e utilizzata durante il Concilio, potrà, invece, essere usata come forma extraordinaria della Celebrazione liturgica. Non è appropriato parlare di queste due stesure del Messale Romano come se fossero "due Riti". Si tratta, piuttosto, di un uso duplice dell’unico e medesimo Rito.

Quanto all’uso del Messale del 1962, come forma extraordinaria della Liturgia della Messa, vorrei attirare l’attenzione sul fatto che questo Messale non fu mai giuridicamente abrogato e, di conseguenza, in linea di principio, restò sempre permesso. Al momento dell’introduzione del nuovo Messale, non è sembrato necessario di emanare norme proprie per l’uso possibile del Messale anteriore. Probabilmente si è supposto che si sarebbe trattato di pochi casi singoli che si sarebbero risolti, caso per caso, sul posto. Dopo, però, si è presto dimostrato che non pochi rimanevano fortemente legati a questo uso del Rito romano che, fin dall’infanzia, era per loro diventato familiare. Ciò avvenne, innanzitutto, nei Paesi in cui il movimento liturgico aveva donato a molte persone una cospicua formazione liturgica e una profonda, intima familiarità con la forma anteriore della Celebrazione liturgica. Tutti sappiamo che, nel movimento guidato dall’Arcivescovo Lefebvre, la fedeltà al Messale antico divenne un contrassegno esterno; le ragioni di questa spaccatura, che qui nasceva, si trovavano però più in profondità. Molte persone, che accettavano chiaramente il carattere vincolante del Concilio Vaticano II e che erano fedeli al Papa e ai Vescovi, desideravano tuttavia anche ritrovare la forma, a loro cara, della sacra Liturgia; questo avvenne anzitutto perché in molti luoghi non si celebrava in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura veniva inteso come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale portò spesso a deformazioni della Liturgia al limite del sopportabile. Parlo per esperienza, perché ho vissuto anch’io quel periodo con tutte le sue attese e confusioni. E ho visto quanto profondamente siano state ferite, dalle deformazioni arbitrarie della Liturgia, persone che erano totalmente radicate nella fede della Chiesa.

Papa Giovanni Paolo II si vide, perciò, obbligato a dare, con il Motu Proprio "Ecclesia Dei" del 2 luglio 1988, un quadro normativo per l’uso del Messale del 1962, che però non conteneva prescrizioni dettagliate, ma faceva appello, in modo più generale, alla generosità dei Vescovi verso le "giuste aspirazioni" di quei fedeli che richiedevano quest’uso del Rito romano. In quel momento il Papa voleva, così, aiutare soprattutto la Fraternità San Pio X a ritrovare la piena unità con il Successore di Pietro, cercando di guarire una ferita sentita sempre più dolorosamente. Purtroppo questa riconciliazione finora non è riuscita; tuttavia una serie di comunità hanno utilizzato con gratitudine le possibilità di questo Motu Proprio. Difficile è rimasta, invece, la questione dell’uso del Messale del 1962 al di fuori di questi gruppi, per i quali mancavano precise norme giuridiche, anzitutto perché spesso i Vescovi, in questi casi, temevano che l’autorità del Concilio fosse messa in dubbio. Subito dopo il Concilio Vaticano II si poteva supporre che la richiesta dell’uso del Messale del 1962 si limitasse alla generazione più anziana che era cresciuta con esso, ma nel frattempo è emerso chiaramente che anche giovani persone scoprono questa forma liturgica, si sentono attirate da essa e vi trovano una forma, particolarmente appropriata per loro, di incontro con il Mistero della Santissima Eucaristia. Così è sorto un bisogno di un regolamento giuridico più chiaro che, al tempo del Motu Proprio del 1988, non era prevedibile; queste Norme intendono anche liberare i Vescovi dal dover sempre di nuovo valutare come sia da rispondere alle diverse situazioni.

In secondo luogo, nelle discussioni sull’atteso Motu Proprio, venne espresso il timore che una più ampia possibilità dell’uso del Messale del 1962 avrebbe portato a disordini o addirittura a spaccature nelle comunità parrocchiali. Anche questo timore non mi sembra realmente fondato. L’uso del Messale antico presuppone una certa misura di formazione liturgica e un accesso alla lingua latina; sia l’una che l’altra non si trovano tanto di frequente. Già da questi presupposti concreti si vede chiaramente che il nuovo Messale rimarrà, certamente, la forma ordinaria del Rito Romano, non soltanto a causa della normativa giuridica, ma anche della reale situazione in cui si trovano le comunità di fedeli.

È vero che non mancano esagerazioni e qualche volta aspetti sociali indebitamente vincolati all’attitudine di fedeli legati all’antica tradizione liturgica latina. La vostra carità e prudenza pastorale sarà stimolo e guida per un perfezionamento. Del resto le due forme dell’uso del Rito Romano possono arricchirsi a vicenda: nel Messale antico potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi e alcuni dei nuovi prefazi. La Commissione "Ecclesia Dei" in contatto con i diversi enti dedicati all’ "usus antiquior" studierà le possibilità pratiche. Nella celebrazione della Messa secondo il Messale di Paolo VI potrà manifestarsi, in maniera più forte di quanto non lo è spesso finora, quella sacralità che attrae molti all’antico uso. La garanzia più sicura che il Messale di Paolo VI possa unire le comunità parrocchiali e venga da loro amato consiste nel celebrare con grande riverenza in conformità alle prescrizioni; ciò rende visibile la ricchezza spirituale e la profondità teologica di questo Messale.

Sono giunto, così, a quella ragione positiva che mi ha motivato ad aggiornare mediante questo Motu Proprio quello del 1988. Si tratta di giungere ad una riconciliazione interna nel seno della Chiesa. Guardando al passato, alle divisioni che nel corso dei secoli hanno lacerato il Corpo di Cristo, si ha continuamente l’impressione che, in momenti critici in cui la divisione stava nascendo, non è stato fatto il sufficiente da parte dei responsabili della Chiesa per conservare o conquistare la riconciliazione e l’unità; si ha l’impressione che le omissioni nella Chiesa abbiano avuto una loro parte di colpa nel fatto che queste divisioni si siano potute consolidare. Questo sguardo al passato oggi ci impone un obbligo: fare tutti gli sforzi, affinché a tutti quelli che hanno veramente il desiderio dell’unità, sia reso possibile di restare in quest’unità o di ritrovarla nuovamente. Mi viene in mente una frase della Seconda Lettera ai Corinzi, dove Paolo scrive: "La nostra bocca vi ha parlato francamente, Corinzi, e il nostro cuore si è tutto aperto per voi. Non siete davvero allo stretto in noi; è nei vostri cuori invece che siete allo stretto… Rendeteci il contraccambio, aprite anche voi il vostro cuore!" (2 Cor 6,11?13). Paolo lo dice certo in un altro contesto, ma il suo invito può e deve toccare anche noi, proprio in questo tema. Apriamo generosamente il nostro cuore e lasciamo entrare tutto ciò a cui la fede stessa offre spazio.

Non c’è nessuna contraddizione tra l’una e l’altra edizione del Missale Romanum. Nella storia della Liturgia c’è crescita e progresso, ma nessuna rottura. Ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto. Ovviamente per vivere la piena comunione anche i sacerdoti delle Comunità aderenti all’uso antico non possono, in linea di principio, escludere la celebrazione secondo i libri nuovi. Non sarebbe infatti coerente con il riconoscimento del valore e della santità del nuovo rito l’esclusione totale dello stesso.

In conclusione, cari Confratelli, mi sta a cuore sottolineare che queste nuove norme non diminuiscono in nessun modo la vostra autorità e responsabilità, né sulla liturgia né sulla pastorale dei vostri fedeli. Ogni Vescovo, infatti, è il moderatore della liturgia nella propria diocesi (cfr. Sacrosanctum Concilium, n. 22: "Sacrae Liturgiae moderatio ab Ecclesiae auctoritate unice pendet quae quidem est apud Apostolicam Sedem et, ad normam iuris, apud Episcopum").

Nulla si toglie quindi all’autorità del Vescovo il cui ruolo, comunque, rimarrà quello di vigilare affinché tutto si svolga in pace e serenità. Se dovesse nascere qualche problema che il parroco non possa risolvere, l’Ordinario locale potrà sempre intervenire, in piena armonia, però, con quanto stabilito dalle nuove norme del Motu Proprio.

Inoltre, vi invito, cari Confratelli, a scrivere alla Santa Sede un resoconto sulle vostre esperienze, tre anni dopo l’entrata in vigore di questo Motu Proprio. Se veramente fossero venute alla luce serie difficoltà, potranno essere cercate vie per trovare rimedio.

Cari Fratelli, con animo grato e fiducioso, affido al vostro cuore di Pastori queste pagine e le norme del Motu Proprio. Siamo sempre memori delle parole dell’Apostolo Paolo dirette ai presbiteri di Efeso: "Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come Vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue" (Atti 20,28).

Affido alla potente intercessione di Maria, Madre della Chiesa, queste nuove norme e di cuore imparto la mia Benedizione Apostolica a Voi, cari Confratelli, ai parroci delle vostre diocesi, e a tutti i sacerdoti, vostri collaboratori, come anche a tutti i vostri fedeli.

Dato presso San Pietro, il 7 luglio 2007

Benedetto XVI
 
 
 

miércoles, 22 de octubre de 2014

"A Dios rogando... y con el mazo dando"

Como si no hubiera sido suficiente el tremendo papelón dado en el último Sínodo de los Obispos por quienes creen que se puede jugar "a piacere" con la Doctrina de la Iglesia, quien hoy sigue ocupando el Trono de Pedro ha retomado el "misericordioso" báculo para continuar descargándolo con sumo vigor contra quienes son "culpables" de "delitos" contra el "Sagrado Progresismo". Esta vez el turno le tocó a mons. Olivieri, obispo de la diócesis italiana de Albenga, rea de acoger jóvenes que quieran seguir seriamente la vocación sacerdotal. La historia de mons. Livieres se repite. Veamos, en este caso, qué escusa encuentran, para sofocar una diócesis "manchada" con el "pecado" de la Tradición! La historia de los Franciscanos de la Inmaculada se repite!
"A Dios rogando y con el mazo dando ("misericordiosamente" se entiende!)"
Y, después, quién sigue? Temo por mons. Aguer...

Quien continúe sosteniendo que al Papa lo elige siempre el Espíritu Santo, bueno, creo que, al menos, en el 2013 no ha sido así!

Que Dios nos de fuerzas suficientes para resistir los tiempos que se vienen!

Miserere

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mercoledì 22 ottobre 2014

La diocesi di Albenga verso il commissariamento

La "cura misericordiosa" di Papa Bergoglio, dopo aver tanto beneficato i Francescani dell'Immacolata, si rivolge ora verso qualcun altro giudicato un po' troppo sensibile alle sirene della Tradizione.
Parliamo di mons. Oliveri, vescovo di Albenga-Imperia, che ora verrà di fatto commissariato con l'imposizione di un vescovo ausiliare o coadiutore che, in pratica, lo esautorerà.
L'accusa, in linea con l'adagio francese per cui qui veut noyer son chien, l'accuse de la rage (chi vuole affogare il cane, l'accusa di rabbia) sarà sicuramente di non aver vigilato attentamente nella scelta dei seminaristi o avere problemi nelle finanze diocesane (come la quasi totalità delle diocesi, peraltro). Dato che la diocesi di Albenga attira, per le sue attitudini favorevoli alla Tradizione, moltissimi seminaristi (ne ha più Albenga che tutto il resto della Liguria), si troverà questa o quella pecora nera da rinfacciare al presule. La cui personale integrità, in ogni caso, non potrà mai essere messa in discussione da alcuno.

E comunque, non facciamoci illusioni. La vera ragione della persecuzione è dottrinale e liturgica e punta a colpire il clergé réfractaire alle novità rivoluzionarie.

Enrico


La notizia è apparsa anche su Il Secolo XIX, a firma di un giornalista che ha mostrato, già in altre occasioni, d'essere assai prevenuto nei confronti di mons. Oliveri. Essa va nondimeno confermata e corrisponde del resto alle voci che si rincorrono da mesi. Oggi stesso la decisione sarebbe stata presa.


http://blog.messainlatino.it/2014/10/la-diocesi-di-albenga-verso-il.html?spref=fb



martes, 14 de octubre de 2014

Hacia la apostasía?

En estos días se está desarrollando el Sínodo de los Obispos sobre la familia. Las pocas noticias que nos llegan, debido a la staliniana censura impuesta por el régimen vaticano, no se puede decir que sean muy alentadoras para el futuro de la Iglesia, de la Doctrina y de la Moral católicas. Desde la posibilidad de recibir la Sagrada Comunión de los divorciados vueltos a casar que "perseveran" en su pecado de adulterio hasta el "descubrimiento" de que en una pareja de homosexuales habría elementos de "santificación", ya no hay más cabida para el asombro! Vueltas y vueltas y más vueltas para darle un barniz de bondad y de comprensión a lo que con todas las letras la Iglesia Católica llama, desde siempre, pecado mortal: concubinato, homosexualidad, pederastía, adulterio, fornicación y, agreguemos también, sacrilegio, puesto que quienes se encuentran en pecado mortal y reciben la Comunión están, no sólo profanando la Sagrada Eucaristía sino también "comiendo y bebiendo su propia condenación" come dice Nuestro Señor en el Evangelio.

Estas ideas perniciosas que están sofocando la asamblea de los obispos gracias al documento "aperturista" del card. Kasper que ha dado el puntapié inicial para la admisión a la comunión a los divorciados vueltos a casar y afines, estarían avaladas por quien ocupa hoy el trono de Pedro.

Una fuga de noticias nos hace saber que la oposición a tamañas barbaridades sería mayoritaria. Tanto es así que el obispo de Roma, en mitad del sínodo, nombró a seis prelados afines a sus gustos para que intervinieran y tal vez así inclinar la balanza a su favor!

Ante el panorama desolador que estamos viviendo desde el 13 de marzo de 2013 y que ya no se puede ocultar más, ni pintar con los colores más lindos, ni disimular, ni explicar de ninguna otra manera más que decir la verdad, a alguien se le ocurrió escribirle una carta abierta. Por qué no preguntarle a Bergoglio (son preguntas mías): a qué juego estamos jugando? Queremos ser el Papa o no? Tenemos ganas de defender el Depósito de la Fe o no? Una "humilde" definición es lo que estamos esperando todos!

Miserere


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Nuevas voces anuncian un cisma. Carta abierta a Francisco



Impresionante exhortación a Francisco para que declare sus intenciones 
 
El siguente texto no proviene de un sector "tradicionalista" de la Iglesia. Ni de grupos sedevacantistas. Proviene, sí, de una persona que, formada en teología católica, aprecia que el gobierno de Francisco puede estar conduciendo a una apostasía general, de la cual una parte de la Iglesia permanecería aparte y fiel.

CARTA ABIERTA AL PAPA FRANCISCO

13 DE OCTUBRE DE 2014




¿Está Usted planeando redefinir la doctrina de la Iglesia?

Querido Papa Francisco:
La Iglesia nos enseña que, como teólogo católico, se me permite plantear preguntas con respecto al contenido de sus intervenciones (Sobre la Vocación Eclesial del Teólogo 24). De manera que eso el lo que pretendo hacer en esta carta abierta.
Desde que fue electo Papa, muchos de sus actos y afirmaciones han traído desasosiego entre no pocos cardenales católicos. Yo mismo he planteado algunas cuestiones anteriormente, en particular sobre cómo sus palabras y acciones parecen estar dando cumplimiento a las creíbles profecías católicas de nuestros tiempos. El centro de las crecientes inquietudes apunta a lo que parecen ser sus intenciones de cambiar o alterar la doctrina católica y posiblemente hacer concesiones pastorales en relación con la enseñanza doctrinal de la fe y la moral.

Sólo Pregunto:

Comienzo por preguntarle si Benedicto XVI no estaría refiriéndose a Usted cuando, como es bien sabido, al principio de su pontificado pidió: “Oren por que yo no huya de miedo a los lobos” ¿Está Usted planeando descarriar a muchos, primero fijando su objetivo en la familia (cambiando el significado del matrimonio, comprometiendo la moral sexual y las cuestiones de vida), ya que es el cimiento de la sociedad y de la iglesia doméstica? ¿ Por qué ha estado usted desenfatizando las doctrinas sobre la homosexualidad, la cohabitación, el aborto, y la anti-concepcíon? ¿Por qué ha estado Usted colocando estratégicamente en puestos clave a personas de mando que promueven hacer concesiones y cambios en la doctrina, causando ya confusión de esa manera? ¿Está usted por conducir a la Iglesia Católica a que haga un número de alarmantes declaraciones, referentes a por qué tiene que cambiar y modificar varias partes de su estructura y de sus creencias? ¿Por qué parece que las leyes tornadizas de nuestros países están siendo instigadas al unísono con los cambios que se están proponiendo en nuestras iglesias, con ambos juegos de nuevas leyes siendo compaginadas para redefinir y aceptar todo tipo de pecado?

¿Podrá esto Volverse una Cuestión de Validez Papal?

Es objetivamente imposible cambiar, descartar o comprometer una sola doctrina de la fe. Como lo he tratado en otro artículo, la Iglesia nos enseña que hasta un papa puede situarse en herejía personal si se rehusa a creer una sola doctrina, y si lo hace, se invalida a sí mismo como Papa. ¿Hay una sola doctrina de la fe que Usted se niegue a creer? ¿O que esté tratando de cambiar? ¿O que de hecho hará cambiar pronto?

Santo Tomás de Aquino confirma que todo miembro de la Iglesia, que obstinadamente descrea una sola doctrina de la Fe, pierde toda la gracia de la Fe teológica; y manteniendo voluntariamente de esa manera un solo  tipo de opinión de acuerdo con su propia voluntad se hace hereje.  Se vuelve más un asunto de escándalo cuando quienes guían a la Iglesia tratan la doctrina como si no lo fuera, arguyen que una doctrina ha sido hasta ahora controvertida, y luego se esfuerzan por re-definirla, tratándola como materia abierta a cuestionamiento, discusión u opiniones entre expertos. Esto es en esencia una labor de engaño. Más inquietud surge cuando los miembros de la jerarquía de la Iglesia dicen que no tienen intención de cambiar la doctrina de la Iglesia, cuando se aprestan a hacer concesiones pastorales aparentemente misericordiosas pero en realidad condenables, con el efecto secretamente buscado de hacer obsoleta una doctrina.

Usted no Puede Cambiar Doctrina Alguna del Catecismo

Aun cuando no todas las doctrinas contenidas en el Catecismo han sido definidas de manera infalible, el Catecismo sólo enseña la verdad, “la verdad que fue confiada de una vez para siempre a los santos”(Judas 3). El alterar significativamente cualquier enseñanza contenida en el Catecismo, que es la fuente de enseñanza de la sagrada doctrina,  “el texto de referencia seguro y auténtico para enseñar la doctrina católica”(FD 3), que “sin error sintetiza normativamente la totalidad de la fe católica” (GDC 120) y las “verdades salvíficas fundamentales” de la fe (GDC 124), conduce objetivamente a la herejía y a la apostasía. Sea que Usted cambie la doctrina o que simplemente sancione el transgredirla so pretexto de hacer una concesión pastoral (no obstante cuán noble en apariencia sea su razón) o que simplemente la reemplace con nuevas leyes de tolerancia, todo esto equivaldría a caer en herejía. El cambiar la doctrina de la Iglesia aun bajo la apariencia de una innovación pastoral no haría válido el cambio. Hoy en día hay un extendido liberalismo radical de compasión equivocada, falsa misericordia, y tolerancia excesiva propuestas en aras de ser pastoral y de estar al día. Pero sólo lo que sea verdadero pastoralmente puede ser verdaderamente pastoral. Nunca puede citarse a la misericordia como una alternativa o como opuesta a la doctrina:  La verdad doctrinal nunca puede adaptarse al creyente o a la época, sino que el creyente y la época deben ser invitados a adaptarse a la verdad doctrinal. Una enseñanza nueva o modificada o una concesión que eluda o cambie cualquier artículo de fe o que sólo le de una interpretación diferente de la tradicional y verdadera sería necesariamente herética. ¿Es esto lo que Usted está planeando hacer?

Jesucristo es el Camino, la Verdad y la Vida y no hay salvación a través de nadie más. Él es la plenitud de toda la Revelación divina, que subsiste en su integridad sólo en la Iglesia Católica. Los fieles católicos deben creer como cierta toda la doctrina de la Iglesia. Esta fe “es necesaria para la salvación” (CIC 183) para aquéllos que están conscientes de ella. Y no obstante que el Papa “tiene poder total, supremo y universal sobre toda la Iglesia” (CIC 882), éste es aplicable solamente cuando él sea un papa válido y así permanezca. Su cargo de papa lo obliga a salvaguardar e interpretar debida y auténticamente las doctrinas confiadas al Magisterio auténtico de la Iglesia por nuestro Divino Redentor (Mateo 16:18, 18:18), pero no son para usted, como individuo, someterlas al juego y a los fines ocultos del poder.  Y aun cuando la enseñanza de la Iglesia sobre el desarrollo de la doctrina permite un genuino progreso en la exposición y la comprensión de la Revelación, jamás autoriza cambiar, abandonar o desechar doctrina alguna de la Iglesia.

La Palabra, como nos la dan la Escritura (la Biblia) y la Tradición (el Catecismo), no pueden cambiar. La íntegra verdad divina de la Fe, entregada a nosotros en forma de la sagrada doctrina, es “sabiduría por encima de toda sapiencia humana” y sólo se entiende y se acepta mediante un profundo y auténtico “temor de Dios”.  Es el deber de la jerarquía de la Iglesia el llamar a los fieles a “obediencia de la fe” a la verdad completa de la sagrada doctrina contenida en la Escritura y la Tradición, con una libertad de conciencia que nunca los libera de la verdad, sino siempre y únicamente les da libertad en la verdad. Y toda labor de genuina pluralidad debe salvaguardar la unidad de la fe en su integridad doctrinal.

En vez de llamar a la humanidad a su conversión a Cristo y a la verdad de la doctrina, desempeñando el gran mandamiento de Jesucristo de: “id y haced discípulos de todas las naciones, enseñándoles a que observen todas las verdades” para que se conviertan por el bautismo, algunos vemos que su forma de proceder es buscando amoldar y comprometer la doctrina ante las tendencias actuales del pensamiento y comportamiento seculares, y tergiversarla para acomodarla a otras orientaciones religiosas. Papa Francisco, debemos mantenernos firmes en lo que ha sido encomendado a nosotros por Cristo y sus Apóstoles, o sea, el depósito íntegro de la fe que se halla en la sagrada doctrina (1 Tim 6:20). Estamos llamados a dejar que la verdad sobrenatural de Cristo hable por sí misma, pues “lo que nos hace creer (la doctrina) no es que las verdades reveladas nos parezcan ciertas e inteligibles a la luz de nuestra razón natural (mucho menos dentro del contexto de nuestra sociedad moralmente corrupta); creemos porque es la autoridad de Dios mismo quien nos las revela, quien no puede engañar ni ser engañado” (CIC 156). Sin embargo, aunque Dios no puede engañar, un papa sí puede hacerlo; especialmente con la engañosa bandera de (falsa) humildad y (falso) amor a la humanidad, que se despliega pero que no se practica en forma genuina.

Para reiterar mi punto principal, Papa Francisco, Usted no puede cambiar, alterar o desechar una sola doctrina sin desmantelar con ello todo el depósito de la fe. “Porque cualquiera que guardare toda la ley pero faltare en un solo punto se hace culpable con respecto a toda ella” (Santiago 2:10). Aun cuando sólo la doctrina más pequeña e insignificante sea rechazada, comprometida o alterada, la verdad entera de Dios se pone en riesgo.  Papa Francisco, Usted puede poner al día o cambiar las costumbres de la iglesia, como válidamente lo han hecho muchos en la jerarquía, pero no puede cambiar la doctrina de la iglesia una iota, no sólo la doctrina menos significativa (por ejemplo dar la comunión a los divorciados y vueltos a casar, dar la bendición de la Iglesia a parejas del mismo sexo o cambiar el significado de la Eucaristía) sin invalidar de hecho su pontificado. Sería imposible para un dirigente de la Iglesia permitir cualquier cambio pastoral substancial a una doctrina, pues tal cambio necesariamente haría esa adaptación pastoral incompatible con la doctrina, que además sería semejante a una herejía y apostasía. Transija con una sola doctrina católica y abrirá una caja de Pandora que en efecto deslegitimizará toda la doctrina católica.

¿Está Usted llevando a la Iglesia a la Gran Apostasía y Cisma?

Papa Francisco ¿está usted organizando un nuevo movimiento evangélico, que vaya a ser dado a conocer por etapas, mediante una estrategia de pasos graduales, a fin de evitar demasiadas preguntas, pero que será recibido como una bocanada de aire fresco por muchos? ¿Está Usted formando una falsa hermandad ecuménica como parte de una Iglesia ahora renovada, buscando unir a las iglesias del mundo en una Nueva Iglesia del Mundo, que llevaría a practicar nuevos ritos y abominaciones? La Iglesia no puede hacerse que se acomode al mundo moderno, ni puede su doctrina cambiarse para volverse incluyente con el fin de agradar a otras denominaciones, religiones y modas.

Y no importa qué otro bien haga Usted, no importa qué otro compromiso humanitario Usted promueva, o concurso de popularidad Usted gane, si Usted conduce a los fieles por un camino errado, no será nada más que un falso papa. Igual como todo el resto de nosotros, tiene Usted dos opciones – permanecer leal a la Verdad de Cristo o acoger mentiras como sustitutos de ella, lo cual es herejía, y diseminar esas mentiras por medio de engaños y artera apostasía, dividiendo de esa manera a la Iglesia en un cisma.

Papa Francisco, cualesquiera que sean sus planes, el hecho es que a muchos nos parece que usted está contribuyendo a la confusión espiritual de nuestros tiempos. Su centro de atención parece estar más en el hombre que en Dios, en agradar o impresionar al hombre más que a Dios, en aparentemente secundar al hombre en sus pecados más que en auxiliarlo en servir y obedecer a Dios y Sus Mandamientos. De ser esto así, entonces ¿a dónde quiere llegar con esto? Y ¿a dónde está conduciendo a la Iglesia?

¿Está entre Nosotros el Falso Profeta?

Papa Francisco, hay muchas enseñanzas y profecías bíblicas acerca del falso profeta, a algunas de las cuales parece Usted estar dando cumplimiento. ¿Por qué está usted apoyando vigorosamente a obispos disidentes que están proponiendo hacer concesiones pastorales heréticas y están buscando manosear la doctrina sagrada, mientras usted despiadadamente echa afuera, depone o les quita poder a otros obispos, conocidos por ser fieles a la doctrina? ¿Por qué le ofrece usted una tremenda sensibilidad pastoral a gente que ni siquiera quiere practicar la fe y está inclinada a ofenderla, pero en cambio ha dirigido un antagonismo despiadado hacia aquéllos que sí la practican? ¿Por qué cada vez más nos parece a algunos, que está en marcha una desorientación diabólica, aunque intencionalmente nebulosa, en la doctrina de la Iglesia bajo el gobierno de Usted?

La Biblia nos previene de falsos maestros que llevan al pueblo de Dios por un camino errado con sus mentiras y su temeridad. San Judas dice que ellos habrán de pervertir la gracia de nuestro Señor, tornándola en libertinaje. Nuestro Señor también advirtió repetidamente acerca de los falsos maestros que llevarán a muchos a su ruina espiritual. Jesús nos cuenta la parábola del trigo y la cizaña, con la cual nos ilustra que las semillas de la cizaña (la falsa doctrina) se parecen tanto a las del trigo, que aun los labradores (teólogos/ apologistas/obispos) tienen dificultad para distinguirlas, pues al demonio le gusta disfrazar la falsedad con la verdad, usar la virtud para justificar el vicio, y tergiversar la doctrina para justificar la herejía, tanto que hasta los fieles son engañados. Jesucristo de hecho nos amonestó a que estuviéramos alerta de los falsos profetas, que vienen a nosotros vestidos con piel de oveja pero que en su interior no son otra cosa que lobos voraces. Y San Pablo declara de esos villanos “Pero aun si nosotros o un ángel del cielo, les enseñara un evangelio contrario al de Jesucristo, que sea condenado”.

Papa Francisco ¿es Usted el lobo vestido de pastor, contra el cual la profecía católica nos ha prevenido? ¿Es usted el profetizado falso profeta de embustes y engaños que habrá de llevar a la Iglesia a un cisma? ¿Es usted el anti-Juan Bautista y precursor del anticristo que dominará al mundo? ¿Estará usted pronto a la puerta de la muerte, como lo profetiza el Libro de la Revelación, sólo en ese momento, justo como si un milagro hubiera tenido lugar, parezca haberse levantado de entre los muertos?

Aquí vale la pena considerar dos fuentes aprobadas de revelación privada: Primero, en La Salette, nuestra Señora nos previno que Roma habría de perder la fe y habría de volverse sede del anticristo; la Iglesia habría de ser eclipsada y no sabremos quién es el verdadero papa. Y segundo, en Akita Nuestra Señora nos previno de que el engaño de Satanás habrá de infiltrar a la Iglesia en un grado tal que veremos (buenos) cardenales divididos contra (malos) cardenales, en que la Iglesia será enredada en una revolución, Y hay muchas otras profecías católicas creíbles que nos dan una percepción, nos previenen y nos dan dirección para nuestros tiempos; profecías que todo católico debe tener presentes. Ellas nos dicen que habrá de venir un dirigente de la Iglesia por medio de quién el mundo habrá de ser engañado por sus muchos actos que serán considerados obras de gran caridad pero llevadas a cabo detrás de una falsa fachada de humildad y de palabras dulces presentadas con un maravilloso y amoroso carisma externo. Mediante sus enseñanzas alentará a la humanidad a caminar hacia un humanismo exaltado en vez de hacia Dios.

Es muy posible para un embaucador maestro engañar a los fieles católicos. El Padre Maciel, fundador de los Legionarios de Cristo, con sus simuladas ortodoxia, humildad y ostentosa santidad, engañó con éxito hasta a un papa (San Juan Pablo). El propio Catecismo señala que en los últimos tiempos, una gran parte de los fieles será conducida por mal camino, específicamente mediante un engaño religioso. Papa Francisco ¿es Usted un impostor que pondrá en riesgo la integridad de la doctrina de la Iglesia, que anunciará orgullosamente su solución de unir a todas las iglesias cual si fuera una sola, y que llevará a cisma a la Iglesia Católica? ¿Será Usted aplaudido por el mundo secular y loado como un moderno innovador por condonar el pecado? ¿Habrá Usted de encargar un referendo para adaptar las leyes de la Iglesia y condonar nuevas prácticas pecaminosas que congenien con los tergiversados derechos humanos, para luego forzar a la Iglesia a que preste un nuevo juramento a esta nueva falsa doctrina? ¿Va Usted a hacer una burla de la fe y la moral católica en nombre de una disciplina tornadiza, de una acción pastoral y de un respeto al voto popular, y proseguir con el plan oculto de colocar en lugar supremo la conciencia individual, por encima de la doctrina católica?

En nuestros tiempos, más que nunca, Satanás quiere causar un gran daño espiritual a la humanidad por medio de engaños. Sabemos que el falso profeta vendrá enmascarado como amigo de católicos, protestantes, judíos y musulmanes. En lugar de eso, es el falsario que ha entrado en la casa de Dios para engañar y destruir almas mediante lo que será el más grande engaño religioso de la historia.

Papa Francisco, si Usted es un falso profeta que busca arrebatar almas por medio de embustes, habrá de salir perdiendo. El libro de la Revelación dice que tanto el falso profeta como el anticristo serán arrojados al lago de fuego donde sufrirán para siempre. “El mal tendrá su hora, pero Dios tendrá Su día” (Venerable Fulton Sheen). Mucho de lo que sucederá en la Iglesia en estos tiempos ha sido predicho, y sabemos que Dios permite estas abominaciones por buena razón. La Iglesia, como Cristo, sufrirá su pasión, crucifixión y muerte, y sólo entonces para entrar en su resurrección en una Nueva Era de Paz (Fátima). Y sabemos que no habrá derrota para los fieles que se mantengan firmes en la fe y sostengan la Verdad – la Palabra de Dios – aun ante la adversidad, la herejía, la apostasía y el cisma. Papa Francisco, a cualquier defensa que Usted pudiera tener o hacer acerca de las cuestiones que he planteado, el tiempo habrá de revelar la verdad de las cosas.

A los Fieles Católicos:

A los fieles católicos yo digo lo siguiente: Vivimos en tiempos tenebrosos y peligrosos, en los que nuestra fe y nuestra moral están siendo atacadas y reprimidas por todas partes, y de la manera más siniestra desde el interior de la misma Iglesia. San Pablo nos previno en su primera carta a Timoteo que “en los últimos tiempos algunos habrán de apostatar de la fe por prestar atención a espíritus deshonestos y (falsas) doctrinas de demonios, seducidos por gente mentirosa” (1 Timoteo 4:1). Deben ustedes estar alertas a los signos de los tiempos que fueron profetizados en las Sagradas Escrituras, incluyendo el Libro de la Revelación, y en las creíbles profecías marianas y modernas. La sólida profecía católica señala que el tiempo de la gran batalla predicha en la Escritura, que tendrá lugar en los últimos tiempos está de hecho ante nosotros hoy en día. No obstante lo que venga, la Iglesia Católica de Jesucristo permanecerá intacta, aunque quede sólo un remanente. Jesucristo prometió que la Verdad jamás podría cambiar ni ser derrotada. Aquéllos que se separen de la Iglesia en estos tiempos transigiendo en la doctrina, aun por seguir al papa, dejarán de estar unidos a la verdadera Iglesia.

Recen por recibir la gracia para discernir la Verdad, La victoria será de Nuestro Señor. Todo lo que necesitan hacer es evitar las trampas que pueden ser colocadas para arrebatar las almas de ustedes. No dejen que la falsa doctrina les sea impuesta, aun cuando sean ustedes acusados (falsamente) de falta de tolerancia, falta de compasión, falta de amor, falta de respeto para los derechos humanos o de ser injustificadamente moralistas. Que Jesús les abra los ojos a cualquier posible engaño que se presente o mentiras que les sean presentadas junto con verdades a medias, con ambigüedad; y que el Señor no permita que ningún dirigente falso divida a la Iglesia. Rueguen por la gracia del discernimiento, a fin de que nunca nieguen la Verdad. Sean firmes en su creencia en la Palabra de Dios, las Enseñanzas de la Iglesia y los Sacramentos. No importa cuánto sea atacada la Iglesia de Jesucristo, Dios no permitirá que sea destruida (el famoso sueño de San Juan Bosco de la guerra al interior de la Barca de Pedro nos viene a la memoria aquí). Puede estarse desplegando un plan taimado para conducirlos a ustedes a la gran apostasía, el primer sello del Libro de la Revelación, y será el engaño más grande de la historia, de manera que deben examinar todo lo que se les diga de ahora en adelante, aun cuando venga del Papa Francisco. Pues el hombre nunca puede vivir de pan solamente, sino de la verdadera Palabra de Dios. Negar o abandonar tan solo una doctrina de la fe equivale a negar y abandonar al mismo Jesucristo, como lo hizo Judas. Los fieles deben mantenerse alertas de cualquier posible plan de alterar o desechar doctrina a los caprichos del modernismo y del relativismo.

A los Fieles Católicos y a la gente de buena voluntad, declaro que ahora se requiere vigilancia. No permitan que los engañen con mentiras que provengan de la fuente que fuere de la Iglesia, y no mantengan indebidamente lealtades equivocadas. Sigan la Palabra de Dios como fue expresada desde el principio. No caigan por los falsos llamados a la caridad que hacen aquéllos que buscan la aceptación de sus propias vidas pecaminosas, mientras ellos desafían las Leyes de Dios y ahora pudieran pronto recibir la anuencia de la Iglesia para que sigan haciendo lo mismo. Y cómo pueden los fieles discernir qué es qué – si las nuevas enseñanzas aducen que Jesús condona el pecado, entonces sabrán que ésta es una mentira. La verdad es que Jesús siempre, clara y contundentemente detesta todo pecado aun cuando ame al pecador. Y Jesús jamás transigiría en Su verdad.

Para Concluir

Papa Francisco, si usted pretende amoldar cualquier doctrina de la fe al mundo profano y secular de ahora, o aun desenfatizar alguna cierta doctrina para producir una nueva tolerancia hacia el pecado, la Iglesia no se unirá a Usted, ni los fieles asentirán. Pues tal apostasía invalidaría su pontificado. Yo lo convido a que en vez de eso tome usted su verdadero deber de salvaguardar y promover activamente la sagrada doctrina y con ello formar evangelizadores que sean testigos vivientes de la fe, para formar los santos del tercer milenio Cristiano. En este momento, yo sólo animo a todos los católicos a que le amen y le obedezcan, Papa Francisco, en todos los asuntos de la verdadera fe, pero también aliento a los fieles a que se pongan más atentos a los signos de los tiempos. Papa Francisco, si usted todavía decide permitir cualquier cambio en la doctrina, entonces la jerarquía legítima de la Iglesia pondrá al tanto claramente de esos asuntos a los fieles en ese momento y nos indicará cómo debemos responder de buena fe. No siendo ésto lo que suceda, sólo amor, obediencia y oraciones por Usted, Papa Francisco, permaneciendo debidamente alertas y vigilantes con respecto a los proféticos signos de los tiempos presentes.

Sinceramente en Cristo

por Kelly Bowring
Tomado de: Two Hearts Press
Traducida del inglés por Roberto Hope 

Monseñor Rogelio Livieres... la voz de un buen pastor

El mes pasado, el obispo paraguayo de Ciudad del Este, mons. Rogelio Livieres, fue separado injustamente de su cargo como era de preveer.
Enorme revuelo e indignación en el mundo católico, llamemoslo así, de "buena voluntad" ha causado su remoción de la diócesis con métodos proprios de épocas que creíamos ya superadas pero que la "iglesia de la misericordia" no dudó un instante en emplear.

El castigo infligido a este valiente prelado no lo ha, de ningún modo, amedrentado para alzar una vez y mil veces más su voz para denunciar las calamidades que se están abatiendo sobre la Iglesia!

Nosotros los católicos tenemos que pedirle a Dios que nos ilumine y nos indique quiénes son los pastores que no traicionan a Cristo para que podamos seguir sus voces.

Miserere


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sábado, 11 de octubre de 2014

UNA LUZ EN LAS SOMBRAS: LA VOZ DE MONS. LIVIERES HABLANDO DEL SÍNODO

Esperanza frente al peligro de Cisma: Artículo de Monseñor Livieres


INTRODUCCIÓN DE CATOLICIDAD

"Dentro de la Iglesia, y últimamente desde
algunas de sus más altas esferas, «soplan 
vientos nuevos» que no son del Espíritu
Santo", explica Mons. Livieres, mencio-
nando entre estos modernistas al 
cardenal Walter Kasper.
El modernismo -la suma de todas las herejías, como lo definió S.S. san Pío X-  enquistado en altos puestos de la Iglesia intenta instrumentalizar el Sínodo extraordinario sobre la Familia, aduciendo que no se deberá tocar lo dogmático, sino que se debe modificar únicamente lo pastoral (como si lo pastoral no fuese una expresión y una consecuencia de lo dogmático), para adecuar  -según ellos-  y poner al día a la Iglesia en consonacia con la "realidad" del mundo, de una manera "misericordiosa" y sin condenar sus errores. En otras palabras, tratar de adecuar la Iglesia a los errores de los hombres en la práctica, traicionando -en el fondo- la misma fe que debe normar lo pastoral y que se encuentra en el depósito de la Revelación, aduciendo falsamente -los modernistas- que no se ha tocado la doctrina. En fin, su objetivo es ese adecuamiento de la Iglesia a los errores del hombre y no la conversión del hombre a Dios.

Monseñor Rogelio Livieres, obispo paraguayo, que víctima de politiquería ha sido obligado a dejar su diócesis luego de ser destituido (destitución aceptada sumisamente por el obispo) recientemente por intrigas modernistas -por su criterio a favor de la Tradición de la Iglesia- por parte de otros obispos paraguayos que lo acusaron de "no estar en comunión" con ellos, sale a la palestra a defender la enseñanza perenne de la Iglesia y la genuina doctrina católica que se fundamenta en el mismo depósito de la Revelación Divina. El propio obispo recuerda que el mismo san Atanasio fue expulsado de su Diócesis no una sino cinco veces, debido a las maquinaciones de sus hermanos obispos arrianos con los que no estaba «en comunión», precisamente porque quería promover «la fe católica y apostólica» en contra de la herejía arriana.

Leamos reflexivamente el escrito de Mons. Livieres que transcribimos a continuación:
Refiriéndose a los modernistas advirtió:
"Estamos frente al peligro de un
 gran cisma. Exactamente lo que el Señor
 y su Santísima Madre nos han prevenido"
En la Misa de Apertura del Sínodo Extraordinario sobre la Familia el Papa Francisco llamó a los Obispos a colaborar con el plan de Dios y formar así un pueblo santo. Ofrezco estas reflexiones con el deseo de servir al Papa de la mejor manera que puedo.

La Iglesia, fundada sobre la roca de Pedro, espera del Sínodo la promoción de la familia cristiana. Pero lo que la Biblia llama «el mundo» tiene una expectativa muy distinta: los medios de prensa vociferan cada día para que la Iglesia «se ponga al día». Un eufemismo para exigir que bendiga, y no condene, los desvíos morales cada día más frecuentes, entre otras razones, por la promoción sistemática desde la prensa y la industria del entretenimiento.
La Iglesia sin embargo no fue establecida para sancionar lo que el mundo pretende, sino para enseñarnos lo que Dios quiere de nosotros y acompañarnos en el camino de la santidad. Porque es en la voluntad de Dios, que todo lo sabe y no puede engañarse ni engañarnos, donde nosotros encontramos la verdadera paz y felicidad. Ni la doctrina de la fe ni la práctica pastoral –consecuencia de esa doctrina– son el resultado de consensos de curas, aunque sean cardenales u obispos.
Ya desde los primeros tiempos del cristianismo los Apóstoles y sus sucesores fueron presionados por poderosas élites religiosas y políticas para que tergiversaran la verdad y la misión evangélica que habían recibido de Cristo. Pero en vez de inclinarse ante otros dioses nos dejaron un testimonio de fidelidad incondicional a la verdad derramando su sangre. Porque «hay que obedecer a Dios antes que a los hombres» (Hechos 5:29). Estos días me consuela pensar en el ejemplo de san Atanasio. Fue expulsado de su Diócesis no una sino cinco veces, debido a las maquinaciones de sus hermanos obispos arrianos con los que no estaba «en comunión», precisamente porque quería promover «la fe católica y apostólica», como dice la Plegaria Eucarística I, o Canon Romano.
Bendecir y aceptar «lo que todo el mundo quiere» no es ni misericordia ni amor pastoral. Más bien, es pereza y comodidad, porque estaríamos renunciando a evangelizar y educar. Y respetos humanos, porque nos importaría más el qué dirán que increpar proféticamente en la obediencia a Dios. Ya san Benito resumía, en otra época también signada por mucha confusión, el principio de vida eterna de la obediencia: «mi palabra se dirige ahora a ti, quienquiera que seas, para que renuncies a tus propias voluntades y tomes las preclaras y fortísimas armas de la obediencia…», «…así volverás por el trabajo de la obediencia a Aquel de quien te habías alejado por la desidia de la desobediencia» (Regla, Prólogo).
Dentro de la Iglesia, y últimamente desde algunas de sus más altas esferas, «soplan vientos nuevos» que no son del Espíritu Santo. El mismísimo cardenal prefecto de la Congregación para la Doctrina de la Fe, entre otros, ha criticado la pretensión utópica de hacer cambios de fondo en la práctica pastoral sin por ello afectar la doctrina católica sobre la familia. Sin juzgar sus intenciones, que presumo las mejores, y con la tristeza de tener que mencionarlos por nombre, ya que son de público conocimiento, el cardenal Kasper y la revista jesuita Civiltà Cattolica son activos propulsores que lideran esta confusión. Lo que antes estaba prohibido como una grave desobediencia contra la ley de Dios ahora podría quedar bendecido en nombre de su misericordia. Justifican lo injustificable por medio de sutiles interpretaciones de textos y hechos históricos. Pero los que realmente conocen de estas materias han reducido a polvo estos sofismas. No olvidemos lo que nos aseguró el Señor: «El cielo y la tierra pasarán, pero mis palabras no pasarán» (Mateo 24:35).
"No nos dejemos engañar ni apartar de la fe
 y de la práctica moral que Jesucristo nos
 enseñó... 
El mundo nos perseguirá, incluso
 invocando falsamente el nombre de Dios".
Aprovechemos la extraordinaria oportunidad que nos ofrece el Sínodo para reafirmar de modo positivo lo que la Iglesia siempre y en todas partes ha creído sobre la familia y ha puesto en práctica en su disciplina. Esto nos exige, al mismo tiempo, defender la verdad frente a los que están dividiendo y confundiendo al Pueblo de Dios. La situación es gravísima y no soy yo el primero en advertir que desgraciadamente estamos frente al peligro de un gran cisma. Exactamente lo que el Señor y su Santísima Madre nos han prevenido en apariciones reconocidas y aprobadas por la autoridad de la Iglesia.
Frente a los que están queriendo «dibujar» consensos y manipular estadísticas, como si el Pueblo de Dios estuviera pidiendo lo que en realidad se le quiere gravar por la fuerza de una autoridad abusiva, recordemos que la Iglesia no vive ni se define a partir de las opiniones de los hombres y el cambio de los tiempos sino de toda palabra que sale de la boca de Dios. La historia de cómo se terminó imponiendo a todo un pueblo católico el cisma de la Iglesia de Inglaterra, junto con el testimonio martirial de san Juan Fischer y santo Tomás Moro, son una lección que hoy vale mucho profundizar.
Roguemos por el Papa, por los Cardenales y los Obispos, para que todos estemos dispuestos incluso a derramar la sangre en la defensa y promoción de la familia contra las tormentas del engaño y la idolatría de la libertad sexual del hombre frente a Dios. No nos dejemos engañar ni apartar de la fe y de la práctica moral que Jesucristo nos enseñó. Sabemos que el mundo odió a nuestro Señor. El servidor no puede ser más que su amo. El mundo nos perseguirá, incluso invocando falsamente el nombre de Dios. Y a los eclesiásticos que hablen como el mundo quiere, los aplaudirá y los amará, «porque son de los suyos», no de Dios.

 MONSEÑOR ROGELIO LIVIERES, OBISPO DE LA IGLESIA CATÓLICA
Fuente: Rogelioliveres.info.

sábado, 6 de septiembre de 2014

El peligro de un cisma...

Muchos son los indicios que nos llevan a suponer que estamos a las puertas de un cisma real, concreto en la Iglesia Católica. El padre Santiago Martín, con su claridad y valentía habituales, explica muy bien los evidentes signos de una situación que se está deteriorando día a día y que pone en peligro la unidad de la Iglesia.
En el mes de octubre se realizará el Sínodo de los Obispos sobre la familia en el cual, según se dice, se debatirá la posibilidad de admitir a la Santa Comunión a los divorciados vueltos a casar sin arrepentimiento y otras cuestiones que contradicen las enseñanzas de la Iglesia.
Hay que aclarar que la Doctrina de la Iglesia es inmutable, por lo tanto, indudablemente, si alguien pretende cambiar dicha Doctrina, sea quien sea, desde quien ocupa la Silla de Pedro hasta el último bautizado, está quedando lisa y llanamente fuera de la Iglesia y ésto hay que decirlo con todas las letras!
La verdadera "misericordia", como dice el padre Martín, es advertir al que yerra mostrándole el camino de la Verdad.

Que Dios nos libre del tremendo peligro de un cisma y el Espíritu Santo ilumine a quienes en el Sínodo van a exponer la Doctrina Católica tal y cual la Iglesia la ha enseñado durante siglos.

Amén!

Miserere



martes, 19 de agosto de 2014

Los que traicionan la Fe


 Saber distinguir a los verdaderos pastores... Este es un gran desafío para quienes, en este momento de grave crisis en la Iglesia, nos sentimos un poco abandonados. Digo un poco porque es Dios mismo quien nos sostiene pero es innegable que también es una gran ayuda espiritual sentirse acompañado, sostenido, confirmado en la Fe.

Mons. Schneider representa uno de los pocos obispos que tienen el coraje, la valentía de llamar las cosas por su nombre!

Que existen miembros del clero traidores es una realidad que no se puede ocultar y quienes traicionan a los humildes, a los ignorantes, a los pobres, son doblemente culpables!

Que el Señor nos envíe Obispos y sacerdotes como mons. Schneider para que podamos seguir el VERDADERO camino que nos conduce hacia El!

Amén!

Miserere


 

lunes, 18 de agosto de 2014

MONSEÑOR SCHNEIDER: EXISTEN CLÉRIGOS Y OBISPOS TRAIDORES A LA FE

Entrevista con el Obispo Athanasius Schneider, Obispo Auxiliar de Astana, Kazajistán.




  • LA COMUNIÓN EN LA MANO FACILITA EL ROBO DE HOSTIAS Y QUE FRAGMENTOS CONSAGRADOS CAIGAN AL SUELO PARA SER PISOTEADOS
  • OBISPOS Y SACERDOTES PROTEGEN SU CASA PERO NO A JESÚS EN LA EUCARISTÍA
  • CLÉRIGOS TRAIDORES PRETENDEN CAMBIAR LA LEY DE DIOS AL IMPULSAR LA COMUNIÓN PARA DIVORCIADOS DIZQUE VUELTOS A "CASAR"
  • ALGUNOS ESTÁN EN PUESTOS CLAVE
  • LA CRISIS EMPEORARÁ EN LA IGLESIA; LUEGO, ÉSTA RESURGIRÁ RENOVADA 

Mons Schneider: Por mi conocimiento y experiencia, la herida más profunda de la crisis actual de la Iglesia es la herida eucarística; los abusos del Santísimo Sacramento. Muchas personas están recibiendo la Sagrada Comunión en un estado objetivo de pecado mortal … Esto se está extendiendo en la Iglesia, especialmente en el mundo occidental. Hay gente que muy rara vez van a la Santa Comunión con una preparación suficiente. Algunas personas que acuden a la Santa Comunión viven en situaciones morales irregulares, que no se corresponden con el Evangelio. Parejas amancebadas, divorciados vueltos a casar, casados por lo civil, los cuales sin embargo van a recibir la Santa Comunión. Creo que esta es una situación muy, muy grave.

También está la cuestión de la recepción objetivamente irreverente de la Sagrada Comunión. La denominada nueva manera moderna de recibir la Sagrada Comunión directamente en la mano es muy grave, ya que expone a Cristo a una enorme banalidad, por no hablar del hecho grave de la pérdida de fragmentos eucarísticos. Nadie puede negar esto. Y los fragmentos de la hostia consagrada son aplastados por los pies. ¡Esto es horrible! ¡Nuestro Dios, pisoteado en nuestras iglesias! Nadie puede negarlo.

Y esto está sucediendo a gran escala. Para una persona con fe y amor a Dios es un fenómeno muy grave. No podemos seguir como si Jesús como Dios no existiera, como si sólo existiera el pan. Esta práctica moderna de la Comunión en la mano no tiene nada que ver con la práctica de la Iglesia antigua (haz clic AQUÍ). La práctica moderna de la recepción de la Comunión en la mano contribuye gradualmente a la pérdida de la fe católica en la presencia real y de la transubstanciación. Un sacerdote y un obispo no pueden decir que esta práctica no está mal. Aquí está en juego lo más santo, lo más divino y concreto que hay en la tierra.
Pregunta: ¿No considera que usted está sólo defendiendo esto?
Mons Schneider: Estoy realmente triste sintiéndome como alguien gritando en el desierto. La crisis eucarística por el uso moderno de la Comunión en la mano es tan evidente. No es una exageración. Es hora de que los obispos eleven sus voces por Jesús Eucarístico, quien no tiene voz para defenderse. Esto es un ataque contra el Santo de los santos, un ataque a la fe eucarística.
Por supuesto que hay personas que reciben la Santa Comunión en la mano con mucha devoción y fe, pero son una minoría. La gran masa, sin embargo, están perdiendo la fe a través de esta forma tan banal de tomar la Santa Comunión como si fuera un alimento común, como una patata o un pastel. Tal manera de recibir la sagrada comunión aquí en la tierra no es sagrada, y destruye con el tiempo la profunda toma de conciencia y la fe católica en la presencia real y  la transubstanciación.
Pregunta: ¿está yendo la Iglesia en la dirección opuesta hacia la que usted va?
Mons Schneider: Parece que la mayor parte del clero y los obispos están contentos con este uso moderno de la Comunión en la mano y no se dan cuenta de los peligros reales relacionados con esta práctica. Para mí esto es increíble. ¿Cómo es posible esto, cuando Jesús está presente en cada partícula de la Hostia? Un sacerdote y un obispo deben decir: “Tengo que hacer algo, por lo menos para reducir gradualmente esto. Haré todo lo que pueda hacer”. Lamentablemente, sin embargo, son miembros del clero los que están haciendo propaganda del uso moderno de la Comunión en la mano y, a veces, prohíben recibir la Comunión en la boca y de rodillas. Incluso hay sacerdotes que discriminan a los que se arrodillan para recibir la Santa Comunión. Esto es muy, muy triste.
También hay un robo cada vez mayor de Hostias a causa de la distribución de la Comunión directamente en la mano. Hay una red, un negocio, del robo de Sagradas Hostias y esto se ve grandemente muy facilitado por la Comunión en la mano.
¿Por qué yo, como sacerdote y obispo, expongo a Nuestro Señor a tal peligro, a tal riesgo? Cuando estos obispos o sacerdotes [que aprueban de la Comunión en la mano] tienen algún objeto de valor nunca lo exponen a un gran peligro de que se pierde o sea robado. Protegen su casa, pero que no protegen a Jesús y permiten que sea robado fácilmente.
Pregunta: Respecto al cuestionario previo al sínodo de la familia, la gente está esperando grandes cambios.
Mons. Schneider: Hay en este asunto mucha propaganda de los medios de comunicación de masas. Tenemos que ser muy cuidadosos. Existen medios de comunicación  oficialmente anti-cristianos en todo el mundo. En casi todos los países las noticias tienen el mismo contenido, con la excepción quizás de los países africanos y asiáticos o en el Este de Europa. Sólo a través de Internet pueden expresarse tus propias ideas. Demos gracias a Dios que existe internet.
La idea de los cambios en el matrimonio y las leyes morales que se harían en el próximo sínodo de obispos en Roma, en su mayoría provienen de los medios de comunicación anti-cristianos. Y algunos del clero y  católicos están colaborando con ellos en la difusión de las expectativas del mundo anticristiano de cambiar la ley de Dios sobre el matrimonio y la sexualidad. Es un ataque por el mundo anti-cristiano y es muy trágico y triste que algunos clérigos estén colaborando con ellos. Para argumentar a favor de un cambio de la ley de Dios utilizan en una especie de sofisma con el concepto de misericordia. Pero en realidad esto no es misericordia, es crueldad.
No es misericordia, por ejemplo, si alguien tiene una enfermedad que lo dejemos en un estado miserable. Esto es crueldad. Yo no le daría, por ejemplo, azúcar a un diabético, sería cruel de mi parte. Me gustaría tratar de sacar a alguien de esta situación y darle otras comida. Tal vez a ellos no les guste, para empezar, pero será mejor para ellos. Aquellos clérigos que quieren admitir a los divorciados casados ​​de nuevo a la Santa Comunión operan con un falso concepto de la misericordia. Es comparable con un médico que da azúcar al paciente, aunque sabe que lo matará. El alma es más importante que el cuerpo.
Si los obispos admiten a los divorciados vueltos a casar a la Santa Comunión, estarían confirmándolos en sus errores a los ojos de Dios.  Los obispos cerrarán así la voz de sus conciencias, empujándolos aún más en la situación irregular en que viven sólo por el bien de esta vida temporal, olvidando que después de esta vida, sin embargo, vendrá el juicio de Dios.
Este tema será discutido en el sínodo. Esto está en la agenda. Pero espero que la mayoría de los obispos que todavía tienen mucho espíritu católico y fe rechacen la propuesta de referencia y no acepten esto.
Pregunta: ¿Cuál es la crisis que menciona?
Mons. Schneider:  Es una crisis más amplia que la recepción del Santísimo Sacramento. Creo que esta cuestión de la recepción de la Sagrada Comunión por los divorciados vueltos a casar va a explotar y mostrar la verdadera crisis en la Iglesia. La verdadera crisis de la Iglesia es el antropocentrismo, olvidando el cristocentrismo. De hecho, este es el mal más profundo, cuando el hombre o el clero están poniéndose a sí mismos en el centro cuando están celebrando la liturgia y cuando están cambiando la verdad revelada de Dios, por ejemplo, relativa al Sexto Mandamiento y la sexualidad humana.
La crisis se manifiesta también en la manera en que el Señor eucarístico es tratado. La Eucaristía es el corazón de la Iglesia. Cuando el corazón está débil, todo el cuerpo es débil. Así que cuando la práctica en torno a la Eucaristía es débil, entonces el corazón y la vida de la Iglesia es débil. Y cuando las personas no tienen una visión más sobrenatural de Dios en la Eucaristía y  empieza la adoración del hombre, y luego también la doctrina cambiará según el deseo del hombre.
Esta crisis es cuando nos ponemos, incluidos los sacerdotes, en el centro y cuando Dios se pone en una esquina y esto está sucediendo también materialmente. El Santísimo Sacramento está a veces en un sagrario lejos del centro, mientras que la silla del sacerdote está en el centro. Ya hemos estado en esta situación durante 40 o 50 años y existe el peligro real de que Dios y sus mandamientos y leyes se pongan en en el lado y el hombre por deseo natural en el centro. Hay conexión causal entre la Eucaristía y la crisis doctrinal.
Nuestro primer deber como seres humanos es adorar a Dios, no a nosotros, sino a Él. Por desgracia, la práctica litúrgica de los últimos 40 años ha sido muy antropocéntrica. La participación en la liturgia, en primer lugar, no se trata de hacer cosas, sino orar y adorar, amar a Dios con toda nuestra alma. Esta es la verdadera participación, estar unidos con Dios en tu alma. La participación exterior no es esencial.
La crisis es realmente esto: no hemos puesto a Cristo o Dios en el centro. Y Cristo es Dios encarnado. Nuestro problema hoy es que guardamos la encarnación. La hemos eclipsado. Si Dios permanece en mi mente sólo como una idea, esto es gnóstico. En otras religiones, por ejemplo, judíos, musulmanes, Dios no se encarna. Para ellos, Dios está en el libro, pero Él no es concreto. Sólo en el cristianismo, y realmente en la Iglesia Católica, la encarnación es plenamente efectiva y tenemos que hacer hincapié de esto, por tanto, también en cada punto de la liturgia. Dios está aquí y realmente presente. Así que cada detalle tiene un significado.
Estamos viviendo en una sociedad no cristiana, en un nuevo paganismo. La tentación de hoy para el clero es adaptarse al nuevo mundo para el nuevo paganismo, ser colaboracionistas. Nos encontramos en una situación similar a la de los primeros siglos, cuando la mayoría de la sociedad era pagana y el cristianismo fue objeto de discriminación.
Pregunta: ¿Piensa usted que puede ver esto por su experiencia en la Unión Soviética?
Mons. Schneider: Sí, sé lo que es ser perseguido por dar testimonio de que eres cristiano. Somos una minoría. Estamos rodeados de un mundo pagano muy cruel. La tentación y el reto de hoy en día se pueden comparar con los primeros siglos. Se pidió a los cristianos aceptar el mundo pagano y mostrar esto quemando un grano de incienso frente a la estatua del emperador o de un ídolo pagano. Pero esto era idolatría y ningún buen cristiano ponía ningún grano de incienso allí. Preferían dar la vida, incluso niños y laicos fueron perseguidos y dieron sus vidas. Lamentablemente hubo en el primer siglo miembros del clero y hasta obispos que ponían granos de incienso en la estatua del emperador o de un ídolo pagano, e incluso que entregaron los libros de la Sagrada Escritura para ser quemados. Tales cristianos y clérigos colaboracionistas fueron llamados en aquellos tiempos “thurificati” o “traditores”.
Ahora, en nuestros días la persecución es más sofisticada. Católicos o miembros del clero no están pidiendo que pongamos un poco de incienso delante de un ídolo. Sería sólo material. Ahora, el mundo neo-pagano quiere que tomemos sus ideas, como la disolución del sexto mandamiento de Dios, con el pretexto de la misericordia. Si algunos clérigos y obispos comienzan a colaborar con el mundo pagano hoy en esta disolución del sexto mandamiento y en la revisión de la forma en que Dios creó al hombre y la mujer, entonces son traidores a la fe, que están participando en última instancia, en el sacrificio pagano.
Pregunta: ¿Se puede ver venir una división en la Iglesia?
Mons. Schneider: Desgraciadamente, desde hace algunas décadas algunos clérigos han aceptado estas ideas del mundo. Ahora, sin embargo ellos están siguiéndolas públicamente. Si esto continúa, creo, habrá una división interior de la Iglesia de los que son fieles a la fe de su bautismo y de la integridad de la fe católica. Habrá una división con los que están asumiendo el espíritu de este mundo y será una clara división, creo. ¿Puede uno imaginarse que los católicos que permanecen fieles a la verdad católica inmutable puedan, por un tiempo, ser perseguidos o discriminados, incluso en nombre de los que tiene el poder en las estructuras exteriores de la Iglesia? Pero las puertas del infierno, es decir, de la herejía, no prevalecerán contra la Iglesia y el Magisterio Supremo seguramente emitirá una declaración doctrinal inequívoca, rechazando cualquier tipo de colaboración con las ideas neo-paganas de cambiar, por ejemplo, el sexto mandamiento de Dios, el significado de la sexualidad y de la familia. Entonces algunos “liberales”, y muchos colaboradores con el espíritu de este mundo, muchos modernos “thurificati et traditores” saldrán de la Iglesia. Porque la verdad Divina sin resistencia trae la aclaración, nos hará libres, y se separará en medio de la Iglesia a los hijos de la luz divina y los hijos de la de la pseudo-luz de este mundo pagano y anticristiano. Puedo presumir que tal separación afectará a cada nivel de los católicos: laicos e incluso sin excluir el alto clero. Esos clérigos que aceptan hoy el espíritu del mundo pagano en la moral y la familia se declaran católicos e incluso fieles al Papa. Incluso declaran  extremistas los que son fieles a la fe católica o aquellos que promueven la gloria de Cristo en la liturgia.
Pregunta. ¿Que siente cuando declaran que usted es un extremista?
Mons. Schneider: No he sido declarado oficialmente como tal. Yo diría que estos clérigos no se encuentran en la mayoría, sino que han adquirido una gran influencia en la Iglesia. Se las arreglaron para ocupar algunos puestos clave en algunas oficinas de la Iglesia. Sin embargo, este no es el poder a los ojos de Dios. Verdaderamente poderosos son los más pequeños en la Iglesia, los que conservan la fe.
Estos pequeños de la Iglesia han sido abandonados y descuidados. Han mantenido la pureza de su fe y representan el verdadero poder de la Iglesia a los ojos de Dios, y no los que están en la administración. Gracias a Dios, el número de estos pequeños está creciendo.
Hablé por ejemplo, con los jóvenes estudiantes en Oxford y estaba impresionado por estos estudiantes, estaba muy contento de ver la pureza de la fe y sus convicciones, y la mente católica clara. Estos ejemplos y grupos están creciendo en la Iglesia y esta es la obra del Espíritu Santo que renovará la Iglesia. Así que me siento confiado y esperanzado también respecto de esta crisis en la Iglesia. El Espíritu Santo va a ganar esta crisis con este pequeño ejército.
No estoy preocupado por el futuro. La Iglesia es la Iglesia de Cristo y Él es la cabeza real de la Iglesia, el Papa sólo es el Vicario de Cristo. El alma de la Iglesia es el Espíritu Santo y Él es poderoso. Sin embargo ahora estamos experimentando una profunda crisis en la Iglesia como ocurrió varias veces en dos mil años.
Mons. Schneider con los estudiantes de Oxford
Mons. Schneider con los estudiantes de Oxford
Pregunta. ¿Va a empeorar antes de mejorar?
Mons. Schneider: Tengo la impresión de que va a ser peor. En algún momento las cosas tienen que ir a las profundidades y luego se verá el colapso de este sistema antropocéntrico, de oficina, que está abusando del poder la administración eclesiástica, abusando de la liturgia, abusando de los conceptos de Dios, abusando de la fe y la piedad de los más pequeños en la Iglesia.
Entonces veremos el resurgir de una Iglesia renovada. Esto ya se está preparando. Entonces este edificio clerical liberal se colgará hacia abajo porque no tienen raíces ni frutos.
Pregunta. ¿Cuánto tiempo pasará antes de que se renueve a la Iglesia?
Mons. Schneider: Yo no soy un profeta. Sólo podemos suponer. Pero, si nos fijamos en la historia de la Iglesia, la crisis más profunda fue en el siglo IV, que era el arrianismo. Esta fue una tremenda crisis, todo el episcopado, casi todos, colaboraron ​​con la herejía. Sólo algunos obispos se mantuvieron fieles, se podían contar con los dedos de una mano. Esta crisis duró más o menos 60 años.
Veamos también la terrible crisis del llamado siglo oscuro, el siglo 10, cuando el papado fue ocupado por algunas familias romanas muy malas e inmorales. Ellos ocuparon la silla papal con sus hijos corruptos, y fue una crisis terrible.
El próximo período de daño ha sido el llamado exilio de Aviñón y fue muy perjudicial para la Iglesia, provocando el gran cisma occidental. Todas estas crisis duraron de 70 a 80 años y fueron muy dañinas para la Iglesia.
Ahora estamos, diría yo, en la cuarta gran crisis, en una tremenda confusión en la doctrina y la liturgia. Ya llevamos así 50 años. Tal vez Dios tenga misericordia de nosotros dentro de 20 o 30 años. Sin embargo, tenemos toda la belleza de las verdades divinas, del amor divino y la gracia en la Iglesia. Nadie puede quitarme esto, ningún sínodo, ningún obispo, ni siquiera un Papa puede quitar el tesoro y la belleza de la fe católica, de Jesús Eucaristía, de los sacramentos. La doctrina inmutable, los principios litúrgicos inmutables, la santidad de la vida constituye el verdadero poder de la Iglesia.
Pregunta. Nuestro tiempo es visto como una era mucho más liberal en la Iglesia.
Mons. Schneider: Tenemos que orar para que Dios guíe a su Iglesia en esta crisis y nos dé apóstoles de la Iglesia valientes y santos. Necesitamos defensores de la verdad y defensores de Jesús Eucaristía. Cuando un obispo está defendiendo a las ovejas y defendiendo a Jesús en la Eucaristía,  este obispo está defendiendo a los más pequeños en la Iglesia, no a los poderosos.
Pregunta. ¿Que opina de compartir la Santa Comunión con los anglicanos y los demás?
Mons. Schneider: Esto no es posible. Hay diferentes religiones. La Sagrada Comunión no es un medio para lograr la unidad. Es el último paso (luego de la conversión), no el primer paso. Sería una profanación del Santísimo. Por supuesto, tenemos que ser uno. Sin embargo, tenemos diferencias en las creencias, algunas diferencias sustanciales. La Eucaristía es un signo de la unidad más profunda. Sería una mentira, sería contradictorio con la lógica compartir la Santa Comunión con los no católicos.
El ecumenismo es necesario para estar en contacto con nuestros hermanos separados, para amarlos. En medio del desafío del nuevo paganismo, podemos y tenemos que colaborar con no católicos serios defendiendo la verdad divina revelada (en aquello en que la creen) y la ley natural creada por Dios.
Sería mejor no tener una estructura de este tipo cuando el Estado rige la vida de la Iglesia, tales como el nombramiento de los clérigos u obisposEsta práctica de una iglesia estatal sería perjudicial para la propia IglesiaEn Inglaterra, por ejemplo, el estado gobierna la Iglesia de Inglaterra. Tal influencia estatal puede corromper la iglesia espiritual y teológicamente, entonces es mejor no ser una Iglesia de Estado.
Pregunta. Y las mujeres en la Iglesia.
Mons. Schneider: Las mujeres son llamadas el sexo débil, dado que son físicamente más débiles, sin embargo, son espiritualmente fuertes y más valientes que los hombres. Es valiente para dar a luz. Por lo cual Dios le dio a la mujer un coraje que un hombre no tiene.
Por supuesto, ha habido muchos hombres valientes en las persecuciones. Sin embargo, Dios ama a elegir los más débiles para confundir a los poderosos. Por ejemplo, las mujeres Eucarística, del que ya os hablé en mi libro Dominus est, trabajaron en sus familias y ayudando a los sacerdotes perseguidos de una manera muy excepcional. Ellas nunca se hubieran atrevido a tocar a la sagrada Hostia con sus dedos. Ellas se niegan a leer incluso una lectura durante la Misa. Mi madre, por ejemplo, que todavía vive en Alemania, 82 años de edad, cuando fue por primera vez a Occidente, ella se sorprendió, escandalizada, ver a las mujeres en el presbiterio durante la Santa Misa. El verdadero poder de la mujer cristiana y católica es el poder de ser el corazón de la familia, Iglesia doméstica, tener el privilegio de ser la primera que da el alimento para el cuerpo de su hijo y también para ser la primera que da el alimento a las almas de los niños, la enseñanza de la primera oración y las primeras verdades de la fe católica. La profesión más prestigiosa y hermosa de una mujer es ser madre, y sobre todo ser una madre católica.